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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Calcoli renali


Cosa sono i calcoli renali?


I calcoli renali sono aggregati solidi composti da sali e minerali che si formano all’interno dei reni. Normalmente, i reni filtrano il sangue e producono urina eliminando sostanze di scarto. Quando alcune di queste sostanze (come calcio, ossalati, acido urico o cistina) si concentrano in quantità elevate, possono cristallizzarsi e aggregarsi fino a formare piccoli sassolini.


I calcoli possono avere dimensioni molto variabili: da pochi millimetri fino a diversi centimetri. I più piccoli talvolta vengono eliminati spontaneamente, mentre quelli più grandi possono bloccarsi lungo le vie urinarie causando dolore intenso, infezioni e ostruzioni.


La litiasi è una condizione molto comune e può colpire persone di qualsiasi età, anche se è più frequente tra i 30 e i 50 anni. Il rischio aumenta nei soggetti disidratati, in chi segue un’alimentazione ricca di proteine animali o sodio, e nelle persone con familiarità o particolari malattie metaboliche. Identificare e trattare tempestivamente i calcoli è fondamentale per prevenire complicazioni.


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Tipologie di calcoli renali


I calcoli renali non sono tutti uguali: la loro composizione chimica determina il tipo di trattamento più adatto e le strategie preventive. Le principali tipologie sono quattro:


  • Calcoli di calcio (ossalato o fosfato). Sono i più comuni, rappresentano circa l’80% dei casi. Si formano quando i livelli di calcio e ossalati nell’urina sono eccessivamente elevati. Possono essere favoriti da cattiva alimentazione, disidratazione, iperparatiroidismo o predisposizione genetica;
  • Calcoli di acido urico. Si formano in condizioni di eccessiva acidità urinaria. Sono tipici in persone con dieta ricca di proteine animali, chi soffre di gotta o chi presenta elevati livelli di acido urico nel sangue;
  • Calcoli di struvite. Associati a infezioni urinarie ricorrenti, soprattutto nelle donne. Possono crescere rapidamente e diventare molto voluminosi, formando strutture ramificate dette “a stampo”;
  • Calcoli di cistina. Rari e legati a una malattia genetica chiamata cistinuria. Sono difficili da trattare e tendono a riformarsi.


Riconoscere il tipo di calcolo è essenziale per stabilire la terapia più efficace e prevenire le recidive.


Quali sono i sintomi dei calcoli renali?


I sintomi dipendono principalmente dalla dimensione del calcolo e dalla sua posizione nelle vie urinarie. I calcoli piccoli possono non dare alcun disturbo, mentre quelli che si muovono verso l’uretere possono causare la caratteristica colica renale, uno dei dolori più intensi descritti in medicina. I sintomi più comuni sono:


  • Dolore acuto e intermittente al fianco o nella parte bassa della schiena, che può irradiarsi verso inguine e addome;
  • Nausea e vomito, spesso provocati dall’intensità del dolore;
  • Sangue nelle urine (ematuria), con urine rosate o scure;
  • Aumento della frequenza urinaria, talvolta con necessità urgente di urinare;
  • Bruciore durante la minzione, soprattutto se il calcolo raggiunge la vescica;
  • Febbre e brividi, segni di possibile infezione che richiedono assistenza immediata.


Il dolore può comparire improvvisamente e variare in intensità. Quando il calcolo avanza o si sposta, i sintomi possono modificarsi o attenuarsi temporaneamente.


Quali sono le cause?


La formazione dei calcoli renali è un processo multifattoriale che coinvolge fattori genetici, ambientali e comportamentali. La causa principale è la scarsa idratazione che concentra i sali minerali nell’urina favorendo la cristallizzazione. Anche un’alimentazione ricca di sodio, proteine animali o ossalati può incrementare il rischio. Altre cause e fattori predisponenti sono:


  • Familiarità e predisposizione genetica, soprattutto nei calcoli di cistina;
  • Malattie metaboliche, come iperparatiroidismo, iperuricemia o sindrome metabolica;
  • Infezioni urinarie ricorrenti, che favoriscono i calcoli di struvite;
  • Stili di vita poco sani, consumo elevato di alcol, obesità o sedentarietà;
  • Condizioni climatiche calde;
  • Farmaci, in particolare alcuni diuretici, antiacidi o integratori ad alto contenuto di calcio o vitamina D.


Comprendere la causa è cruciale per prevenire nuove formazioni dopo la rimozione del primo calcolo.


Come si effettua la diagnosi?


La diagnosi dei calcoli renali parte da un’attenta valutazione dei sintomi, soprattutto in presenza di dolore tipico della colica renale. Il medico procede poi con vari esami:


  • Esame delle urine, per verificare la presenza di sangue, cristalli, infezioni o alterazioni chimiche;
  • Esami del sangue, utili per misurare livelli di calcio, acido urico, creatinina e altri parametri che indicano la funzionalità renale;
  • Ecografia renale, spesso utilizzata come primo esame: permette di visualizzare la presenza di calcoli, distinguere l’eventuale dilatazione delle vie urinarie e monitorare l’evoluzione del quadro clinico;
  • TAC spirale senza contrasto, l’esame più accurato in quanto identifica anche calcoli molto piccoli ed è in grado di stabilire dimensione e posizione del calcolo con grande precisione;
  • Radiografia addominale (RX), utile per alcuni tipi di calcoli, anche se meno precisa della TAC.


La diagnosi precoce consente di iniziare rapidamente il trattamento e prevenire complicazioni come infezioni o danni renali.


Come si possono curare i calcoli renali?


Il trattamento dipende da dimensione, posizione, tipo di calcolo e dai sintomi del paziente. In molti casi, soprattutto quando i calcoli sono inferiori ai 5-6 mm, possono essere eliminati spontaneamente attraverso l’urina con un’abbondante idratazione e analgesici. Nei casi più complessi, si ricorre a terapie specifiche, che possono essere conservative o chirurgiche.


TrattamentoDescrizione e quando si usa
Espulsione spontanea (idratazione + antidolorifici)Indicato per calcoli piccoli (<5-6 mm). Si favorisce il transito urinario bevendo molto e assumendo farmaci antinfiammatori.
Terapia medica espulsiva (alfa-litici)Farmaci che rilassano l’uretere facilitando l’uscita del calcolo. Utili per calcoli 5–10 mm.
Litotrissia extracorporea (ESWL)Onde d’urto frantumano il calcolo in pezzi più piccoli. Indicato per calcoli medi senza ostruzioni gravi.
UreteroscopiaEndoscopio introdotto tramite uretra e vescica per rimuovere o frammentare il calcolo. Indicata quando ESWL non è efficace.
Nefrolitotomia percutanea (PCNL)Intervento mininvasivo per calcoli molto grandi (>2 cm) o complessi. Si accede al rene tramite una piccola incisione.
Chirurgia tradizionaleRara; utilizzata solo in casi estremi o complessi.


Domande frequenti


Cosa non si deve mangiare per i calcoli renali?


Meglio limitare cibi ricchi di ossalati (spinaci, cioccolato, frutta secca), sale, proteine animali e bevande zuccherate. Fondamentale mantenere una buona idratazione.


Quanto dura il dolore dei calcoli renali?


La colica renale può durare da poche ore a diversi giorni, con episodi intermittenti. Il dolore persiste finché il calcolo non viene espulso o trattato.


Che problemi portano i calcoli renali?


Se non trattati, possono causare infezioni, ostruzione delle vie urinarie, danni renali e dolore cronico. Nei casi più gravi possono compromettere la funzionalità del rene.

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