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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Angina Pectoris: sintomi, cause, come si cura

L'angina pectoris rappresenta il sintomo principale della cardiopatia ischemica. Si tratta di un sintomo che vanta una storia non propriamente breve, se consideriamo che allo stesso fu attribuito tale nome addirittura nel 1772. Per cercare di comprendere meglio cosa s'intenda per angina pectoris potremmo dare un'occhiata all'etimologia della parola. Angina deriva dal latino angere che significa strangolare, stringere, soffocare. Pectoris sta, ovviamente, per petto. Dunque, potremmo tradurre l'espressione "Angina Pectoris" con "soffocamento del petto". In questo articolo andremo, dunque, a descrivere nel dettaglio i sintomi, le cause e le possibili opzioni per il trattamento dell'angina pectoris.


angina pectoris sintomi


Cos'è l'Angina Pectoris?


Potremmo definire l'angina pectoris come una sensazione intratoracica dolorosa e particolarmente spiacevole, a tal punto dare l'impressione, a chi ne è affetto, di essere sul punto di morire. In genere, il dolore sopraggiunge in seguito ad uno sforzo fisico (ad esempio, una camminata in salita) e tende a scomparire in condizioni di riposo. Il dolore, localizzato nei pressi dello sterno, si estende solitamente alla parte sinistra piuttosto che a destra. Nel corso del tempo, però, episodi del genere potrebbero verificarsi anche in assenza di sforzi fisici. Queste furono le prime considerazioni a cui giunse la scienza più di due secoli fa.


Chiaramente, l'evoluzione scientifica non si è arrestata e sono stati condotti molti altri studi sull'argomento. Oggi sappiamo che l'angina pectoris è dovuta principalmente ad un'ischemia miocardica causata da due meccanismi che possono agire in sinergia tra loro: l'impossibilità di aumentare il flusso coronarico per soddisfare l'aumento della domanda miocardica di ossigeno (solitamente a causa di una stenosi coronarica) e/o la riduzione del flusso coronarico (dovuta, in genere, a trombosi coronarica).


Non si può sottovalutare nemmeno il rischio di recidiva. Infatti, sembra che a distanza di alcuni anni, anche a seguito di una rivascolarizzazione miocardica, una quota considerevole di pazienti sia ancora affetto da angina. Tra l'altro, è importante sottolineare che, in molti casi, i pazienti potrebbero non essere a conoscenza di questa condizione, in virtù dell'assenza di sintomi specifici.


Sintomi


Il sintomo principale dell'angina pectoris è un dolore retrosternale da stress o da sforzo, irradiato alla gola, alla bocca dello stomaco, alla mandibola o addirittura alle braccia. Come anticipato poc'anzi, però, in molti casi i sintomi sono più nascosti (astenia profonda oppure sintomi disnoici). È assolutamente fondamentale che tali sintomi vengano precocemente identificati dal cardiologo, in maniera tale che lo specialista possa, poi, procedere a consigliare al paziente esami specifici. In questo modo, infatti, sarebbe più facile proporre il giusto piano di trattamento.


Ecco, in generale, in quali casi si manifesta più frequentemente l'angina pectoris:

  • Durante uno sforzo fisico;
  • A seguito dell'assunzione di un pasto;
  • A seguito o durante uno stress di tipo emotivo;
  • A seguito di un esposizione prolungata al freddo;
  • A riposo, senza alcuna specifica ragione.


Questo dolore toracico potrebbe durare pochi minuti oppure protrarsi fino a circa 20 minuti ed accompagnarsi a sudore, palpitazione o affanno. Nei casi più gravi il paziente potrebbe essere vittima di un infarto (ostruzione totale di una coronaria). In questo caso, il dolore è particolarmente violento e potrebbe durare persino per diverse ore. In circostanze del genere, è fondamentale intervenire prontamente e in maniera immediata, rivolgendosi al pronto soccorso più vicino. Ci sono casi in cui il danno coronarico non è ancora gravissimo e si manifesta, per l'appunto, con l'angina, la quale non danneggia il cuore. Diventa, dunque, fondamentale diagnosticare quanto prima l'angina, per evitare l'insorgenza dell'infarto.


Quali sono le cause e i fattori di rischio?


I fattori di rischio dell'angina pectoris sono abbastanza noti e tuttora estremamente frequenti. Alcuni di questi fattori vanno assolutamente curati attraverso apposite terapie farmacologiche. È il caso dell'ipertensione, l'ipercolesterolemia e il diabete. Altri fattori di rischio molto frequenti sono:


  • Fumo (addirittura due sole sigarette al giorno farebbero raddoppiare il rischio di infarto e di ictus);
  • Sedentarietà (sarebbe importante fare attività fisica regolarmente, in quanto la vita sedentaria può danneggiare le coronarie);
  • Obesità (occhio soprattutto alle misure del girovita, che negli uomini dovrebbe essere al di sotto dei 102 cm, nelle donne al di sotto degli 88 cm);
  • Alimentazione scorretta (bisognerebbe seguire una dieta che prevede l'assunzione regolare soprattutto di verdure e pesce).


Come diagnosticare l'angina pectoris?


In presenza dei sintomi poc'anzi descritti, è necessario rivolgersi al proprio cardiologo o al medico di base, i quali potrebbero consigliare test o esami come:


  • Elettrocardiogramma sotto sforzo;
  • Ecocardiogramma con stress;
  • Scintigrafia con sforzo;
  • Tac coronarica;
  • Coronarografia.


L'elettrocardiogramma da sforzo prevede che il paziente si impegni a svolgere un'attività fisica (ad esempio su tapis roulant o cyclette). Qualora durante quest'attività il paziente dovesse avvertire i sintomi dell'angina pectoris, l'elettrocardiogramma tenderà a mostrare delle alterazioni. In alcuni casi, però, l'elettrocardiogramma potrebbe non riuscire a rilevare tali anomalie. Di conseguenza, il cardiologo consiglierà al paziente esami più specifici e precisi come l'ecostress e la scintigrafia.


La coronarografia, in genere, si svolge quando è già presente una diagnosi di angina pectoris e quando è necessario che la stessa venga trattata con lo stent o con i bypass. Questo esame, infatti, è in grado di rilevare la presenza di ostruzioni sulle coronarie. Non necessariamente, comunque, i pazienti affetti da angina debbono sottoporsi a coronarografia.


Come si cura l'angina pectoris?


Abbiamo spiegato che l'angina pectoris potrebbe dipendere da diversi fattori. Solo dopo aver individuato il fattore di questa sindrome è possibile indirizzare il paziente verso il piano di trattamento migliore. A tal proposito, è importante conoscere le diverse tipologie di angina. Si parla di angina stabile quando tale condizione dipende da ostruzioni localizzate nei rami coronarici più grandi. In questi casi, l'ostruzione può essere sia grave che lieve. Se è lieve una terapia medica può essere sufficiente per risolvere il problema. Se è grave bisogna intervenire con lo stent oppure chirurgicamente.


L'angina vasospastica dipende da uno spasmo. Si può manifestare soprattutto di notte, dunque in condizioni di riposo. In tal caso, una terapia farmacologica ad hoc dovrebbe bastare.


Abbiamo, poi, l'angina microvascolare, causata da un'alterazione da rami coronarici il cui diametro è inferiore a 0,5 mm. Può essere diagnosticata sia tramite la prova da sforzo che l'ecostress. Anche l'angina microvascolare si cura per via farmacologica, attraverso i cosiddetti farmaci antianginosi.


L'angina instabile tende a ripetersi a riposo, nella stessa giornata oppure nei giorni seguenti. In casi del genere, occorre un immediato consulto cardiologico, in quanto il rischio dell'infarto è più elevato.



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