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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Biopsia cutanea: a cose serve, come si esegue, quando farla

Cos’è la biopsia cutanea?


La biopsia cutanea è una procedura che prevede la rimozione di un piccolo campione di pelle, da esaminare successivamente al microscopio per verificare la presenza di diverse condizioni della pelle. Non sempre è necessario ricorrere alla biopsia. Il dermatologo potrebbe essere in grado di diagnosticare gran parte delle lesioni semplicemente osservandole.


biopsia cutanea


A cosa serve la biopsia della pelle?


La biopsia della pelle consente di diagnosticare diverse condizioni e malattie cutanee, tra cui:


  • Cancro della pelle;
  • Nevi irregolari;
  • Escrescenze;
  • Cheratosi attinica;
  • Macchie dell’età;
  • Vescicole;
  • Altri disturbi della pelle come psoriasi, eczema e verruche;
  • Infezioni della pelle di origine batterica o fungina.


Nello specifico, la biopsia dermatologica può confermare o escludere la natura benigna o maligna di un neo sospetto o di un’altra escrescenza. Ricordiamo, infatti, che il tumore della pelle è tra i più diffusi e che le due tipologie di neoplasie cutanee più comuni sono i carcinomi basocellulari e squamocellulari. Molto raramente questi tumori attaccano e si diffondono in altre parti del corpo. In alcuni casi, la sola biopsia cutanea potrebbe essere sufficiente per la rimozione del tumore, rendendo non necessario qualsiasi ulteriore trattamento.


La biopsia cutanea può, però, rivelarsi fondamentale anche per lo screening precoce del melanoma, la forma più grave di cancro della pelle. Rispetto ad altri tumori cutanei, infatti, vi sono maggiori probabilità che il melanoma possa attaccare altre parti del corpo. Grazie alla biopsia dermatologica è, spesso, possibile diagnosticare il melanoma nelle fasi iniziali, dunque quando ci sono ottime chance che il trattamento possa rivelarsi efficace.


Come si esegue?


In base alla posizione, alle dimensioni e alla profondità della lesione cutanea, la biopsia dermatologica può essere eseguita in tre differenti modi:


  • Shaving cutaneo;
  • Punch cutaneo;
  • Biopsia escissionale.


La procedura di shaving cutaneo prevede l’utilizzo di un bisturi o una piccola lama tagliente, tramite il quale viene rimosso un campione degli strati superiori della pelle. Generalmente, al termine dello shaving cutaneo non è necessaria l’applicazione di punti di sutura. Si ricorre allo shaving esclusivamente nel caso in cui il dermatologo ritenga che il paziente sia affetto da una condizione che coinvolge epidermide e derma.


Il punch cutaneo, invece, prevede l’impiego di uno strumento da taglio con punta arrotondata, tramite il quale si interviene sugli strati più profondi della pelle. In questo caso, al fine di consentire di chiudere la ferita, potrebbe essere necessaria l’applicazione di punti di sutura.


La biopsia escissionale, infine, si basa sull’impiego di un bisturi che consente di rimuovere un intero nodulo o una sezione di pelle ritenuta anomala. Il campione di tessuto rimosso potrebbe includere anche porzioni di pelle sana nonché gli strati cutanei più profondi. Anche in questo caso potrebbero servire dei punti di sutura per chiudere la ferita.


La maggior parte delle biopsie cutanee può essere eseguita presso l'ambulatorio di un medico dermatologo o in un'altra struttura ambulatoriale. Prima di eseguire la biopsia cutanea il dermatologo provvederà ad effettuare un’attenta pulizia dell’area, poi procederà con un’iniezione, indispensabile per intorpidire la pelle ed evitare che il paziente possa avvertire dolore. Il farmaco anestetico può causare una sensazione di bruciore sulla pelle per alcuni secondi.


Quando fare una biopsia della pelle?


Consigliamo di sottoporsi ad una visita dermatologica con biopsia in presenza di uno dei seguenti sintomi:


  • Un'eruzione cutanea che stenta a passare;
  • Pelle squamosa o ruvida;
  • Piaghe aperte che non guariscono;
  • Un neo o escrescenza cutanea che ha mutato forma, colore o dimensione o che, comunque, nelle ultime settimane appare diverso rispetto al passato;
  • Vesciche sulla pelle, tra i principali fattori di rischio di pemfigo, una malattia autoimmune che colpisce la pelle e le membrane mucose.


Biopsia cutanea: quali sono i rischi?


La biopsia cutanea è una procedura abbastanza sicura e per la quale non è necessario preoccuparsi. Come per qualsiasi esame medico, ci sono alcuni rischi che, pur verificandosi molto raramente, bisogna comunque considerare. Essi sono:


  • Reazioni allergiche;
  • Eccessivo sanguinamento;
  • Infezioni;
  • Cicatrici;
  • Lividi.


Come prepararsi ad una biopsia dermatologica?


Non ci sono particolari norme da rispettare in fase di preparazione ad una biopsia della pelle. È, però, importante avvertire il proprio dermatologo (o, comunque, la struttura presso la quale verrà eseguita la procedura) e segnalare se:


  • Assumi regolarmente farmaci anticoagulanti (aspirina, ad esempio);
  • In passato hai avuto reazioni avverse a creme o gel applicati sulla pelle;
  • Hai ricevuto diagnosi di disturbi emorragici;
  • Hai avuto gravi emorragie a seguito di una procedura medica;
  • Assumi regolarmente integratori o farmaci omeopatici;
  • Hai avuto infezioni cutanee.


Quanto dura una biopsia cutanea?


In genere, una biopsia cutanea ha una durata che può variare tra i 15 e i 30 minuti. Questo arco di tempo tiene conto dell’intera procedura, cioè della fase di preparazione e pulizia della pelle, della rimozione del tessuto da sottoporre ad analisi e della chiusura o bendaggio della ferita. Inoltre, prima che il paziente lasci l’ambulatorio, il dermatologo fornirà istruzioni su come curare le ferite a casa.


Cosa fare dopo la biopsia della pelle?


Se il punto in cui è stata effettuata la biopsia continua a sanguinare, il dermatologo ti consiglierà di applicare una pressione diretta sulla ferita fino a quando non si arresterà il sanguinamento.


Le biopsie lasciate dalle cicatrici tendono a sbiadire con il tempo (uno o due anni circa). Le persone con pelle scura potrebbero sviluppare una cicatrice più spessa, soprattutto se la biopsia viene eseguita sul collo, sul torace o sulla schiena.


È importante evitare di urtare la zona o stirare la pelle, in quanto ciò potrebbe causare sanguinamento o favorire la comparsa di una cicatrice più grande. Nei primi sette giorni successivi alla biopsia meglio non immergersi in vasca da bagno, piscina o vasca idromassaggio.


La guarigione può richiedere diverse settimane. Le ferite su gambe e piedi tendono a guarire più lentamente rispetto a quelle su altre aree del corpo.


Il punto in cui è stata effettuata la biopsia va pulito due volte al giorno con acqua e sapone, a meno che non sia sul cuoio capelluto (in tal caso una volta al giorno, utilizzando per la pulizia lo shampoo).


Il campione della biopsia viene inviato al laboratorio per essere analizzato. Potrebbero volerci alcune settimane o addirittura mesi prima di ricevere i risultati, a seconda del tipo di biopsia effettuato, dei test eseguiti e delle tempistiche del laboratorio. Una volta giunti i risultati, bisognerà fissare un nuovo appuntamento col dermatologo per analizzare l’esito dell’esame e valutare il da farsi.


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