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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Colposcopia: cos'è, come si esegue, fa male?

La colposcopia, una procedura diagnostica molto importante nell'ambito della medicina ginecologica, riveste un ruolo cruciale nella ricerca e nella prevenzione del cancro cervicale. Attraverso l'uso di uno strumento chiamato colposcopio, i medici sono in grado di esaminare nel dettaglio il collo dell'utero e identificare eventuali anomalie o lesioni precancerose. Questo approccio non invasivo consente una valutazione accurata dello stato di salute del collo dell'utero, fornendo agli specialisti informazioni preziose per la gestione delle condizioni precancerose e la prevenzione della progressione verso lo stato canceroso.


L'importanza della colposcopia si manifesta soprattutto nel contesto della prevenzione primaria e secondaria del cancro cervicale. Attraverso gli esami di screening come il PAP-test e il test del papillomavirus (HPV), è possibile individuare precocemente le alterazioni cellulari che potrebbero evolvere in cancro cervicale. La colposcopia, non a caso, entra in gioco quando i risultati degli esami di screening sono ambigui o indicano la presenza di anomalie. In tali casi, la colposcopia fornisce una visione più dettagliata delle cellule cervicali, consentendo ai medici di valutare la situazione e di decidere il percorso diagnostico e terapeutico più appropriato per ogni singolo paziente.


Nel corso degli anni, la colposcopia è andata incontro a notevoli sviluppi sul piano tecnologico, pervenendo ad una maggiore precisione e sensibilità nella diagnosi delle lesioni cervicali. Le moderne tecniche di colposcopia prevedono l'uso di acido acetico, coloranti iodati e imaging digitale, i quali migliorano la visualizzazione delle lesioni. Tali evoluzioni hanno reso la colposcopia una procedura più efficace e affidabile nella gestione delle anomalie cervicali, riducendo al contempo la necessità di interventi invasivi non necessari. Andiamo a vedere, nel dettaglio, cos'è una colposcopia, quando e come effettuarla, durata dell'esame e soglia di dolore ad essa associata.


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Cos'è la colposcopia e quando effettuarla?


La colposcopia è un esame diagnostico, una sorta di visita ginecologica di secondo livello. In genere, il ginecologo consiglia alla paziente questo esame qualora i risultati del PAP-test evidenzino qualche anomalia. Non solo. Si potrebbe ricorrere alla colposcopia anche in presenza di alcuni particolari sintomi oppure quando vari test diagnostici hanno messo in luce risultati discordanti. Una paziente, per esempio, potrebbe ottenere un esito negativo da un PAP-test e un esito positivo dall'HPV-test e viceversa.


Ricordiamo che il PAP-test è un esame la cui finalità è di consentire una diagnosi precoce del tumore del collo dell'utero. Durante il Pap test, viene prelevato un campione di cellule dalla superficie del collo dell'utero e inviato in laboratorio per l'analisi microscopica alla ricerca di anomalie cellulari che potrebbero indicare la presenza di lesioni precancerose o cancerose. Dunque, in caso di PAP-test dall'esito positivo è necessario passare all'esame diagnostico di secondo livello e, dunque, fare una colposcopia.


Il test HPV, d'altra parte, rileva la presenza del DNA dell'HPV nel tratto genitale femminile. Questo test può essere utilizzato come metodo di screening primario per il cancro cervicale, poiché la presenza persistente di determinati tipi di HPV ad alto rischio è fortemente associata allo sviluppo del cancro cervicale. Il test HPV può essere eseguito contemporaneamente al Pap test, utilizzando lo stesso campione di cellule, o come test autonomo.


A cosa serve la colposcopia?


La funzione principale di una colposcopia è di ottenere una valutazione più approfondita dell'apparato genitale e del collo dell'utero.


Cosa fare prima della colposcopia?


Se hai già prenotato una colposcopia, è importante osservare, nei giorni precedenti l'esame, le indicazioni che fornirà il ginecologo. In genere, lo specialista consiglierà di:

  • Astenersi dai rapporti sessuali nelle 24/48 ore che precedono la colposcopia;
  • Non applicare ovuli né tantomeno creme vaginali.

Inoltre, è bene non svolgere l'esame se è in corso il ciclo mestruale. Non ci sono particolari controindicazioni, invece, per le donne in gravidanza, le quali, se ritenuto necessario, potranno tranquillamente fare la colposcopia.


Come si esegue la colposcopia?


Il ginecoloco utilizzerà l'apparecchio colposcopico, uno strumento formato da una fonte luminosa che, unitamente ad un sistema di fibre ottiche, riesce a generare un'immagine ingrandita (da un minimo di 2 ad un massimo di 60 volte). L'apparecchio può essere facilmente collegato a una telecamera oppure a una macchina fotografica. In questo modo, il paziente potrà ricevere la documentazione in un formato che sia facilmente utilizzabile anche dal ginecologo che ti ha consigliato l'esame.


Passando alla parte prettamente operativa, è importante sapere che la colposcopia si suddivide in tre parti. L'esame comincia con lo specialista che invita la paziente ad assumere la cosiddetta posizione ginecologica. La prima parte prevede l'applicazione dello speculum nella vagina e la detersione dei genitali interni con una soluzione fisiologica, grazie alla quale è possibile eliminare eventuali secrezioni localizzate sul collo dell'utero. Successivamente, si applica un secondo batuffolo che viene bagnato in una soluzione composta da acido acetico, in una percentuale pari al 2 o al 5%. Questo acido svolge una funzione importante, in quanto è responsabile della coagulazione delle proteine all'interno delle cellule, della creazione della vasocostrizione (riduzione del diametro dei vasi sanguigni) e della rimozione del muco cervicale. In sintesi, grazie all'acido acetico è possibile ottenere immagini migliori del collo dell'utero. Vengono, poi, effettuati diversi ingrandimenti, in attesa della reazione dell'acido acetico, così da individuare la presenza o meno di lesioni.


L'ultimo step prevede l'impiego di un batuffolo imbevuto in una sostanza a base di tintura di ioduro di potassio. In tal caso, la finalità è di fissare il glicogeno che è presente a livello delle cellule. Ciò permetterà di evidenziare eventuali lesioni al collo dell'utero, valutarne sia l'estensione che il livello di gravità nonché le aree coinvolte. Ai fini del calcolo della gravità delle lesioni vengono utilizzati determinati parametri, come ad esempio:


  • Disegno vascolare;
  • Margini della lesione;
  • Spessore della lesione;
  • Colore assunto dalle lesioni, a seguito dell'applicazione dell'acido acetico e della tintura di ioduro.


Se la lesione è evidente a livello colposcopico, lo specialista potrebbe eseguire una biopsia mirata, attraverso l'impiego di una pinza biottica.

La colposcopia fa male?


La colposcopia non è un esame doloroso. Non a caso, può essere tranquillamente svolto senza l'utilizzo della sedazione. 


Quanto dura una colposcopia?


La durata dell'esame si aggira intorno ai 20 minuti ma potrebbe prolungarsi a seconda del livello di gravità e dell'estensione delle lesioni.


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