logo
Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
Prenota una visita o un esame

Pap Test: come si fa, a cosa serve e quando farlo?

Il pap test è uno dei più importanti esami di screening per le donne. Deve il suo nome a Papanicolaou, il medico greco che lo inventò. Grazie a questo fondamentale esame è stato possibile ridurre notevolmente l'incidenza del carcinoma della cervice uterina. Oggi esistono gli strumenti per prevenire questo tumore, in quanto possono essere identificate le lesioni precancerose che, nel corso del tempo, possono favorire l'insorgenza della patologia o i tumori in una fase molto precoce, durante la quale sono più facilmente curabili. In tal senso, lo strumento più potente è proprio il pap test, disponibile da diversi anni sia in Italia che nel resto del mondo.


C'è da dire che, purtroppo, una consistente fetta di pazienti femminili non risponde ai programmi di screening delle regioni italiane. C'è, però, da dire che una parte dei pazienti si sottopone al test nel corso di una normale visita ginecologica. Qualunque sia la soluzione scelta, è assolutamente fondamentale tenere sotto controllo lo stato di salute della cervice uterina attraverso questo semplice ma fondamentale esame.


pap test


Cos'è il pap test?


Il Pap test, chiamato anche test di Papanicolaou, è una procedura di screening fondamentale per la prevenzione del cancro cervicale. Consiste nel prelevare delle cellule dalla superficie del collo dell'utero e analizzarle al microscopio per individuare eventuali anomalie. Questo test è in grado di rilevare precocemente cambiamenti cellulari che potrebbero portare allo sviluppo del cancro cervicale, permettendo interventi tempestivi e trattamenti efficaci.


Come si effettua?


Il pap test non è un esame doloroso, anche se può provocare dei piccoli fastidi. Prevede l'introduzione dello speculum vaginale, strumento che consente di mettere in evidenza la cervice uterina, dalla quale verranno prelevati dei campioni cellulari, sia dalla parte più esterna (esocervice) sia da quella più interna (endocervice). Tali campioni verranno strisciati su di un vetrino. Il tutto verrà successivamente analizzato da un citologo. Tramite delle colorazioni specifiche verranno evidenziate le eventuali alterazioni a carico delle cellule.


Di fatto, dunque, l'esame consiste di effettuare il prelievo di un campione di cellule dal collo dell'utero attraverso una spatolina. Si può effettuare il pap test anche nel corso della visita ginecologica. È un test della durata di pochi minuti.


Chi può farlo?


Fino a qualche anno fa, Il Pap Test era un esame consigliato a tutte le donne in età compresa tra i 25 ed i 65 anni. I programmi di screening prevedevano che l'esame andasse effettuato almeno una volta ogni tre anni. Con l'evoluzione della ricerca scientifica, però, le cose sono cambiate. Oggigiorno, infatti, il Pap Test va effettuato ogni tre anni per le pazienti in età compresa tra i 25 e i 30 anni. Dai 30 anni in poi si consiglia, invece, di effettuare prima l'HPV Dna test. Qualora l'esito del test dovesse essere negativo, l'HPA Dna test va ripetuto ogni cinque anni.


Come prepararsi al pap test?


Per prepararsi al Pap test, è importante seguire alcune semplici indicazioni. Prima di tutto, è consigliabile evitare rapporti sessuali nelle 24 ore che precedono l'esame, poiché il contatto sessuale potrebbe influenzare i risultati. È inoltre raccomandato astenersi dall'utilizzare lavande vaginali o inserire ovuli durante questo periodo, poiché tali pratiche potrebbero alterare la composizione chimica dell'ambiente vaginale, rendendo più difficile l'osservazione delle cellule cervicali. È importante anche evitare l'uso di creme, gel, schiume o altri prodotti vaginali nelle ore precedenti al test, poiché possono interferire con la corretta osservazione delle cellule cervicali. Seguire queste semplici indicazioni può contribuire a garantire che il Pap test fornisca risultati accurati, consentendo una valutazione più precisa della salute del collo dell'utero.


Qual è la differenza tra Pap Test e HPV DNA Test?


Oltre al Pap test, un altro esame molto importante al quale si ricorre per lo screening del tumore del collo dell'utero è l'HPV DNA test. Si tratta di esami differenti, i quali restituiscono informazioni diverse. Non cambia, però, la finalità che è quella di riconoscere le lesioni pretumorali, prima che possa esservi un'evoluzione verso forme neoplasiche. In tale ambito, il Pap Test è stato introdotto, da un punto di vista meramente cronologico, in anticipo rispetto all'HPV DNA Test. Come abbiamo visto in questo articolo, il Pap Test consente di analizzare le cellule provenienti dal collo dell'utero. Nel caso in cui, a seguito dell'esame, venisse riscontrata la presenza di alterazioni cellulari sarebbe necessario procedere con esami di secondo livello, tramite i quali sarà possibile accertarsi dell'effettiva presenza di lesioni.


L'HPV DNA Test, invece, permette di sapere se la paziente è entrata in contatto con il Papillomavirus. Non consente, però, di accedere ad altre informazioni importanti, come ad esempio da quanto tempo è stato contratto il virus. Si tratta di un virus che si trasmette sessualmente, non per forza a seguito di rapporti penetrativi e anche nel caso in cui siano stati utilizzati metodi contraccettivi. Sotto questo aspetto, è importante sfatare alcuni falsi miti che potrebbero dare adito a comportamenti o azioni errate. La presenza di DNA virale nel collo dell'utero di per sé non rappresenta una patologia. È un esame che permette di identificare la popolazione a rischio, cioè pazienti che, anche successivamente, potrebbero sviluppare il tumore del collo dell'utero. Pertanto, lo step successivo di un HPV DNA Test è rappresentato proprio dal pap test. In generale, è importante ribadire che solo una piccolissima parte di persone contagiate da questo virus andrà incontro negli anni ad una patologia neoplastica.


Qual è la differenza tra il Pap Test e la colposcopia?


Nel caso in cui il Pap Test o l'HPV Dna Test dovessero risultare positivi per due volte consecutive, il ginecologo consiglierà alla paziente di effettuare un esame di secondo livello, vale a dire la colposcopia. Grazie a questo esame è possibile verificare, in seguito all'utilizzo di sostanze reagenti specifiche, la presenza di lesioni sul collo dell'utero ed identificarne la natura. La colposcopia aiuta, dunque, a comprendere quali lesioni possano essere considerate transitorie e quali si starebbero evolvendo verso una lesione pretumorale. Solitamente, il tempo che trascorre affinché una lesione evolva in tumore è abbastanza lungo. Pertanto, grazie agli esami di screening è possibile tenere sotto controllo la situazione ed intervenire prontamente qualora fosse necessario.

CONTATTI

Chiamaci

Servizio disponibile dal Lunedì al Sabato dalle ore 9:00 alle ore 18:00.

Fatti richiamare

Inserisci il tuo numero, ti richiameremo entro 4 ore lavorative:

Scrivici su:

whatsapp-follow

Whatsapp 3311232150

Dal Lunedì al Sabato dalle ore 9:00 alle ore 18:00.

Compila il Form:

Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi del regolamento europeo del 27/04/2016, n. 679 e come indicato nel documento normativa sulla privacy e cookies

Seguici su: