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Ipertrofia dei turbinati: sintomi, cause, cura, intervento

Cos’è l’ipertrofia dei turbinati?


Per ipertrofia dei turbinati s’intende una crescita eccessiva o un ingrossamento delle strutture ossee che si trovano all'interno del naso. I turbinati nasali sono passaggi lunghi e stretti la cui funzione principale è di riscaldare e inumidire l'aria che scorre attraverso il naso. 


L'aria che scorre attraverso le nostre narici, prima di raggiungere i polmoni, deve infatti essere pulita, riscaldata alla giusta temperatura e inumidita. Se troppo grandi, i turbinati possono ostacolare il flusso d’aria e causare delle difficoltà nella respirazione. Esistono per ogni narice quattro tipologie di turbinati:


  • Superiori;
  • Medi;
  • Inferiori;
  • Supremi.


La maggior parte delle persone ne ha tre mentre, in circostanze più rare, è possibile riscontrare la presenza dei turbinati supremi. Un consistente quantitativo di flusso d'aria nel naso transita tra i turbinati medi e inferiori. In genere, l’ipertrofia colpisce principalmente i turbinati inferiori. Essi si trovano su entrambi i lati del setto nasale, sono costituiti da ossa spugnose e ricurve e ricoperti da membrane mucose. Quando i turbinati inferiori si infiammano con grande frequenza, al punto da rendere difficoltosa la respirazione, si parla per l’appunto di ipertrofia dei turbinati.


ipertrofia dei turbinati


Quali sono i sintomi dell’ipertrofia dei turbinati?


L’ipertrofia dei turbinati presenta sintomi che sono piuttosto simili ad altre condizioni, in particolare il raffreddore e la deviazione del setto nasale. Chi soffre di ipertrofia dei turbinati sperimenta innanzitutto grosse difficoltà nell’attività respiratoria attraverso il naso. Ecco i sintomi più frequenti associati a tale condizione:


  • Congestione nasale;
  • Ostruzione nasale;
  • Sangue dal naso (epistassi);
  • Disturbi del sonno (come ad esempio apnee notturne);
  • Alterazione del senso dell’olfatto;
  • Secchezza delle fauci al risveglio (conseguenza del fatto che si tende a dormire con la bocca aperta, viste le difficoltà a respirare con il naso);
  • Russamento;
  • Senso di pressione sulla fronte;
  • Lievi dolori facciali;
  • Sinusite.


Perché viene l’ipertrofia dei turbinati? Le cause


L'ipertrofia dei turbinati è in genere causata dall’ingrossamento e dal rigonfiamento del rivestimento della pelle che ricopre l'osso turbinato. Tale condizione può manifestarsi in forma acuta o cronica e può dipendere da diversi fattori, tra cui:


  • Rinite (sia allergica che non allergica);
  • Allergie stagionali;
  • Sostanze irritanti presenti nell’ambiente;
  • Cambiamenti ormonali;
  • Alcune tipologie di farmaci;
  • Setto nasale deviato;
  • Collasso della valvola nasale;
  • Altre patologie a carico dei seni nasali.


Come diagnosticare l’ipertrofia dei turbinati?


Abbiamo visto come i sintomi dell’ipertrofia dei turbinati possano essere comuni ad altre condizioni e patologie. Pertanto, diventa fondamentale il parere di un esperto nel trattamento delle patologie legate al naso, meglio noto come otorinolaringoiatra. Lo specialista, nel corso della visita otorinolaringoiatrica, presterà innanzitutto ascolto al paziente, il quale dovrà descrivere con precisione i sintomi riscontrati e rispondere alle domande che il medico porrà. 


Successivamente, si passa all’esame obiettivo del naso che potrebbe essere svolto tramite il ricorso ad un endoscopio, vale a dire una sorta di tubo sottile e flessibile, collegato ad una fonte luminosa e ad una telecamera, che consente di esplorare le parti del naso e della cavità nasale non visibili con altri strumenti.


L’endoscopia nasale, spesso, è sufficiente per giungere ad una diagnosi di ipertrofia dei turbinati piuttosto che di deviazione del setto nasale. Non è da escludere che il paziente possa essere affetto da entrambe le condizioni. Qualora sia necessario approfondire ulteriormente il quadro clinico del paziente, lo specialista potrebbe prescrivere una tomografia computerizzata (TC) o i raggi X.


In alcune circostanze, potrebbe essere necessario sottoporsi anche a dei test allergologici, in maniera tale da verificare se i sintomi indicati dal paziente possano dipendere da reazioni di tipo allergico a sostanze presenti nell’aria o addirittura all’interno della nostra abitazione o dei luoghi che frequentiamo abitualmente.


Come curare l’ipertrofia dei turbinati?


Esistono varie opzioni per il trattamento dell’ipertrofia dei turbinati ma la scelta sul percorso di cura da seguire è inevitabilmente legata alla causa che ha generato tale condizione. Per aiutare a ridurre i sintomi, potrebbero essere suggeriti farmaci come:


  • Spray nasali salini;
  • Spray nasali antistaminici;
  • Spray nasali steroidei;
  • Immunoterapia allergica.


Per un periodo di tempo breve, soltanto in presenza di una diagnosi acuta di ipertrofia dei turbinati, potrebbero essere utilizzati gli spray decongestionanti nasali. Tale opzione non è, invece, ammessa in caso di ipertrofia cronica dei turbinati. L'utilizzo per un arco di tempo superiore ai tre giorni di spray decongestionanti nasali può causare ulteriore gonfiore nella cavità nasale e peggiorare i sintomi.


Qualora i farmaci si rivelassero insufficienti a migliorare i sintomi, l'otorinolaringoiatra potrebbe proporre un intervento chirurgico per la riduzione delle dimensioni dei turbinati.


Ipertrofia dei turbinati: tipologie di intervento


Sono diverse le tecniche chirurgiche che possono essere adoperate dall’otorinolaringoiatra per intervenire e risolvere il problema dell’ipertrofia dei turbinati. Le principali procedure sono:


  • Turbinoplastica o settoturbinoplastica;
  • Radiofrequenza;
  • Laser a diodi.


La turbinoplastica è una procedura chirurgica che mira a ridurre il volume dei turbinati, preservandone la funzione. Si interviene rimuovendo una parte del tessuto osseo e della mucosa che ricopre i turbinati. La settoturbinoplastica è una variante in cui si corregge anche un eventuale setto nasale deviato. Tale procedura ha il vantaggio di garantire un risultato duraturo nel tempo, oltre a una significativa riduzione del volume dei turbinati. Si tratta, però, di una tecnica più invasiva rispetto ad altre e comporta, di conseguenza, tempi di recupero maggiori.


La radiofrequenza utilizza energia elettromagnetica per ridurre il volume dei turbinati senza rimuovere il tessuto. Viene inserita una sonda all’interno del turbinato, la quale emette onde a radiofrequenza causando una riduzione del tessuto ipertrofico. È una procedura minimamente invasiva, che può essere eseguita in ambulatorio con anestesia locale. Il tempo di recupero è breve e il dolore post-operatorio è minimo. L'efficacia può essere minore rispetto alla turbinoplastica. In alcuni casi potrebbe essere necessario ripetere il trattamento.


Il laser a diodi è una tecnica che utilizza l’energia luminosa per vaporizzare una parte del tessuto dei turbinati. Tale tecnica permette di ridurre l’ipertrofia senza che sia necessario asportare parti ossee. Anche in questo caso parliamo di una procedura meno invasiva rispetto alla turbinoplastica, eseguibile in ambulatorio. Il recupero è rapido e il disagio post-operatorio è di lieve entità.


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