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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Chirurgia valvola mitrale: operazione con sostituzione o riparazione?

Tutte le valvole cardiache svolgono funzioni molto importanti. Ognuna di esse, col trascorrere del tempo, può ammalarsi. Ancora più importante, se vogliamo, è la valvola mitrale, per via di alcune peculiarità che la contraddistinguono. In molti casi, infatti, questa valvola può essere riparata, anche con metodiche mininvasive, così da poter neutralizzare totalmente la patologia.


Alcune valvole mitraliche potrebbero ammalarsi per ragioni di debolezza congenita. Dal punto di vista strutturale, la valvola mitrale somiglia alla mitra del vescovo ed è caratterizzata da un meccanismo di apertura e chiusura che, in alcune zone, è più debole, poiché trattenuta all'interno del ventricolo da delle corde sul lembo posteriore che potrebbero rompersi, generando il cosiddetto prolasso mitrale. Il sangue, piuttosto che rimanere nel ventricolo e passare in aorta durante la sistole, tende a ritornare nell'atrio sinistro e nei polmoni, andando ad intasare quest'ultimi.


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I sintomi dell'insufficienza mitralica


L'insufficienza mitralica è una delle più frequenti patologie valvolari dopo la stenosi della valvola aortica. Può colpire anche soggetti relativamente giovani (tra i 40 ed i 50 anni).


Il sintomo più frequente relativo all'insufficienza mitralica è la mancanza di fiato durante attività quotidiane molto comuni. Ad esempio, il paziente potrebbe affaticarsi nel salire le scale che conducono alla propria abitazione. Oltre all'affaticamento, un altro sintomo molto ricorrente è la sensazione di cardiopalmo, dunque aritmie e sensazione di batticuore, sebbene questi possano essere sintomi comuni anche ad altre patologie cardiache.


Cosa fare?


Il primo passaggio potrebbe essere quello di rivolgersi al proprio medico di base, il quale, attraverso un fonendoscopio posizionato sulla valvola, proverà a percepirne il soffio. Se ciò dovesse accadere, al paziente verrà consigliato di effettuare quanto prima un ecocardiogramma. Nel caso in cui venga decretata la necessità di intervento chirurgico, l'operazione sarà preceduta da una visita cardiochirurgica e da una coronografia.


Chirurgia della valvola mitralica tramite sostituzione


Non molto spesso, oggigiorno, si ricorre alla sostituzione della valvola mitralica. Ciò può avvenire soprattutto se al paziente viene diagnosticata una stenosi, condizione che comporta il danneggiamento dei lembi della valvola, ad un livello tale da rendere inefficace qualsiasi tentativo di riparazione. Nel caso in cui la sostituzione dovesse essere inevitabile, si procede con l'utilizzo di una protesi che può essere meccanica o biologica. 


Le protesi meccaniche, sebbene vantino una lunga durata, richiedono un trattamento anticoagulante, mentre le protesi biologiche, derivate da tessuti animali, evitano tale necessità.


La scelta del tipo di protesi dipende dall'aspettativa di vita del paziente, dalla sua capacità di gestire la terapia anticoagulante (considerando eventuali condizioni mediche aggiuntive che la rendono rischiosa), dal suo stile di vita e dalle preferenze personali.


Nelle donne che desiderano concepire, l'opzione delle protesi biologiche può essere preferibile, in quanto durante la gravidanza l'assunzione di anticoagulanti è sconsigliata.


L'intervento di sostituzione viene effettuato, quasi sempre, attraverso il ricorso alla circolazione extracorporea. Viene, dunque, utilizzata una macchina che, di fatto, si sostituisce alle funzioni del cuore e del polmone. Ciò in quanto è necessario fermare il cuore ed entrare al suo interno per poter intervenire sulla valvola mitrale.


Non si può escludere a priori che l'intervento di sostituzione della valvola mitralica possa essere effettuato più di una volta. Anche a distanza di anni dalla sostituzione, potrebbero essere presenti delle anomalie tali da richiedere una nuova operazione per il trattamento di specifiche malattie valvolari, su tutte l'insufficienza mitralica.


Chirurgia della valvola mitralica tramite riparazione


Il modo più efficace per trattare l'insufficienza mitralica è tramite la riparazione della valvola mitralica. Si tratta di un'operazione alla quale può sottoporsi quasi il 100% dei pazienti affetti da patologia mitralica di origine degenerativa, legata principalmente all'endocardite e più raramente alla malattia reumatica.


Senza dubbio, la possibilità di riparare la valvola mitralica è molto vantaggiosa. Questo tipo di intervento consente, infatti, ai pazienti di non avere un corpo estraneo (il sostituto valvolare), evitando alcune delle terapie imprescindibili a seguito della sostituzione della valvola (terapie anticoagulanti) nonché reiterati interventi per la sostituzione delle protesi stesse. Inoltre, questa procedura garantisce la conservazione fisiologica dell'anatomia e della funzione del cuore.


Gli interventi di riparazione vengono, spesso, effettuati con l'ausilio della toracoscopia. Le strutture anatomiche del paziente vengono osservate tramite un monitor. In questo modo, il cardiochirurgo può effettuare un'operazione precisa, con esiti positivi e soddisfacenti.


Per diversi anni, interventi di questo tipo sono stati effettuati attraverso l'apertura centrale del torace (sternotomia mediana). Oggigiorno, in una grossa percentuale di pazienti, è possibile eseguire l'intervento con tecniche molto meno invasive. Non è, infatti, più necessario aprire il torace centralmente ma è possibile ricorrere a delle piccole incisioni laterali, evitando dunque di danneggiare la struttura ossea toracica.


Ciò in quanto la valvola mitrale si trova dietro lo sterno. La possibilità di raggiungere lateralmente la valvola mitrale ne consente un'osservazione migliore e maggiori possibilità di riuscita degli interventi riparativi.


Il mancato ricorso all'operazione può causare una leggera ma costante dilatazione del cuore, aumento nella frequenza degli episodi di aritmie, fibrillazione atriale cronica. Se non adeguatamente trattato, lo scompenso cardiaco può diventare refrattario. Ecco perché conviene intervenire quanto prima, così da neutralizzare, attraverso un intervento mininvasivo, la patologia della valvola mitralica.


Cosa accade dopo l'intervento di riparazione o sostituzione?


È giusto precisare che il rischio di morte per le operazioni legate alla riparazione o alla sostituzione della valvola mitralica sono inferiori al 3%. Chiaramente, spetterà al cardiochirurgo e alla sua equipe valutare questo rischio, prendendo in considerazione vari aspetti legati al paziente, come ad esempio l'età, le patologie e le condizioni generali di salute.


Molto importante, così come per la gran parte delle patologie, è intervenire in tempo. Da questo punto di vista, la maggiore criticità può essere rappresentata dal fatto che la patologia mitrale non sempre espone il paziente a dei sintomi precisi. In ogni caso, è importante intervenire subito in presenza dei primi campanelli d'allarme e, comunque, sottoporsi periodicamente a dei consulti cardiologici.


Solitamente, a seguito dell'intervento, il paziente deve restare in osservazione per almeno 12 ore prima di poter fare ritorno nel reparto di degenza. In genere, nei giorni successivi all'intervento, ci sarà il trasferimento presso un centro specializzato nella riabilitazione cardiologica, dove la degenza potrebbe protrarsi per circa due settimane.

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