Quando si parla di problematiche legate all’allineamento dentale, alla mandibola o alla masticazione, è facile imbattersi in termini come ortodonzia, gnatologia, ortognatologia e ortognatodonzia. Questi concetti, pur essendo tra loro collegati, non sono sinonimi. Eppure, spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile generando confusione soprattutto nei lettori meno esperti.
Per comprendere meglio il significato di ortognatologia e ortognatodonzia, è fondamentale innanzitutto comprendere cosa s'intende per ortodonzia e gnatologia. L’ortodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa dello studio, della prevenzione e della correzione delle malocclusioni e dell’allineamento errato dei denti, spesso tramite l’uso di apparecchi ortodontici.
La gnatologia, invece, studia le funzioni dell’apparato masticatorio, focalizzandosi in particolare sui rapporti tra mascella, mandibola e articolazioni temporo-mandibolari (ATM), nonché su problemi di carattere funzionale come bruxismo, dolori facciali o disturbi posturali.
Da questi due ambiti deriva il concetto di ortognatologia, termine che unisce le parole orto (corretto), gnato (mandibola) e logia (studio) e che indica una disciplina più ampia, orientata a valutare e trattare le disfunzioni dell’intero sistema cranio-mandibolare. Parallelamente, si parla di ortognatodonzia quando l’obiettivo è correggere sia l’allineamento dentale sia i rapporti scheletrici tra mascella e mandibola.
Cos'è e cosa studia l'ortognatologia?
L’ortognatologia è una disciplina specialistica che si occupa della diagnosi e del trattamento delle disfunzioni dell’apparato cranio-cervico-mandibolare, con un focus particolare sull’equilibrio tra ossa mascellari, articolazioni temporo-mandibolari (ATM), muscoli masticatori e postura.
A differenza dell’ortodonzia, che si concentra principalmente sull’allineamento dei denti, l’ortognatologia considera la bocca e la mandibola come parte integrante di un sistema più ampio che comprende anche testa, collo e colonna vertebrale. In questo senso, essa mira a ripristinare la corretta funzione dell’occlusione dentale e dei rapporti articolari e muscolari, prevenendo e trattando una serie di disturbi funzionali, posturali e anche neuromuscolari.
Tra gli ambiti di studio dell’ortognatologia rientrano:
- Le disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM);
- I disturbi dell’occlusione (il modo in cui i denti combaciano);
- I dolori oro-facciali e muscolari;
- Il bruxismo (digrignamento involontario dei denti);
- Le alterazioni posturali causate da squilibri mandibolari;
- Le difficoltà masticatorie legate a malocclusioni o traumi.
L’approccio ortognatologico è spesso multidisciplinare, con la possibilità di coinvolgere diversi specialisti, tra cui ortodontisti, gnatologi, fisioterapisti, osteopati e logopedisti, soprattutto nei casi in cui i problemi mandibolari influenzano la postura, la fonazione o la respirazione.
Quando rivolgersi ad uno specialista in ortognatologia?
Rivolgersi a un esperto in ortognatologia è consigliato quando si sospetta la presenza di disturbi legati alla funzionalità dell'apparato cranio-mandibolare. Ecco alcuni segnali che dovrebbero spingere il paziente a richiedere una valutazione ortognatologica:
- Click mandibolari o rumori durante l’apertura e la chiusura della bocca;
- Dolore all’articolazione temporo-mandibolare (ATM), a volte irradiato verso orecchie, tempie o collo;
- Difficoltà ad aprire completamente la bocca e che si accompagna ad un senso di blocco o rigidità;
- Bruxismo notturno o diurno (digrignamento o serramento involontario dei denti);
- Mal di testa frequenti (soprattutto tensivi o localizzati nella zona temporale);
- Cefalea muscolotensiva, spesso associata a contratture del collo e delle spalle;
- Dolori cervicali e posturali, riconducibili a squilibri mandibolari;
- Sensazione di instabilità, vertigini o acufeni non spiegabili da altre patologie;
- Difficoltà masticatorie o fonatorie legate a malocclusioni o disallineamenti.
Quali sono i trattamenti ortognatodontici?
I trattamenti ortognatodontici si rivelano particolarmente utili nei casi in cui a una malocclusione dentale si associno disturbi funzionali, come dolori mandibolari, bruxismo, cefalee muscolotensive, vertigini o problemi posturali. Ecco i principali strumenti terapeutici utilizzati in ambito ortognatodontico:
- Apparecchi ortodontici (fissi o mobili), utilizzati per correggere disallineamenti dentali e riportare le arcate dentarie in una posizione equilibrata e funzionale.
- Bite o placche occlusali, dispositivi trasparenti in resina che si indossano, in genere, durante la notte. Sono progettati per decontrarre i muscoli, riequilibrare l’occlusione e proteggere i denti dal bruxismo;
- Riabilitazione neuromuscolare, percorso terapeutico che, attraverso test specifici, consente di identificare la posizione mandibolare più funzionale e di impostare trattamenti correttivi personalizzati;
- Terapie integrate con fisioterapia, osteopatia, logopedia o posturologia, per migliorare globalmente la funzionalità del sistema stomatognatico.
La durata e il tipo di trattamento variano in base all’età del paziente, alla gravità della malocclusione e alla presenza di eventuali disturbi associati. In tutti i casi, il percorso viene personalizzato sulla base di una diagnosi approfondita, che comprende esami clinici, radiografici e posturali.
Cosa fare in caso di problemi ortognatologici?
In presenza di sintomi come dolori mandibolari, cefalee, vertigini, difficoltà nella masticazione o disallineamenti dentali, è importante rivolgersi quanto prima a uno specialista in ortognatologia per una valutazione approfondita. Una diagnosi precoce, infatti, può evitare l’aggravarsi della condizione e facilitare un trattamento efficace.
Attraverso il portale Eccellenza Medica, è possibile consultare l'elenco dei migliori ortodontisti e gnatologi accreditati in tutta Italia e prenotare una prima visita ortodontica o gnatologica, durante la quale lo specialista raccoglierà tutte le informazioni necessarie, valuterà clinicamente la situazione e, se necessario, imposterà un piano terapeutico personalizzato. In alcuni casi, il trattamento potrà essere gestito dallo specialista in autonomia; in altri, potrà essere coinvolto un team multidisciplinare composto da vari specialisti.