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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Parodontopatia: significato, cause, cura

La parodontopatia è una patologia in grado non soltanto di minacciare la stabilità dei denti stessi, ma può avere ripercussioni significative sulla salute del paziente anche a livello sistemico. Le sue manifestazioni variano dalla gengivite, una forma relativamente lieve e reversibile, alla più grave malattia parodontale che può portare, nei casi più estremi, alla perdita dei denti.


In questo articolo, esploreremo in profondità la malattia parodontale, analizzando i fattori di rischio, le implicazioni per la salute generale e le strategie di prevenzione e trattamento attualmente disponibili.


parodontopatia


Parodontopatia: significato


La parodontopatia è una condizione infiammatoria cronica che coinvolge i tessuti di supporto dei denti, compresi gengive, legamento parodontale e osso alveolare circostante. Questa patologia può manifestarsi in diverse forme, tra cui la gengivite, che rappresenta lo stadio più precoce e reversibile della malattia, e la periodontite, una forma più avanzata e grave.


Nella gengivite, l'infiammazione si limita alle gengive, causando arrossamento, gonfiore e sanguinamento durante lo spazzolamento dei denti. Se non adeguatamente trattata, la gengivite può progredire verso la periodontite, con conseguenze tutt'altro che trascurabili, come: perdita di connessione tra il dente e il tessuto di supporto, formazione di tasche parodontali e perdita ossea progressiva intorno ai denti.


Quali sono i sintomi? 


Uno dei sintomi associati alla parodontopatia, ma anche alla condizione che la precede, cioè alla gengivite, è il sanguinamento gengivale. Chi soffre di questa patologia tende ad avere gengive rosse, alitosi, sensazione di dente allungato e di gengiva ritirata. A ciò potrebbero aggiungersi anche difficoltà a livello masticatorio, accompagnate dalla sensazione di denti che si muovono.


Qual è la cura della parodontopatia?


Innanzitutto, è necessario cominciare da una visita odontoiatrica, durante la quale il paziente avrà modo di descrivere al dentista la sintomatologia riscontrata. La fase dell'anamnesi è molto importante. Lo specialista potrebbe porre al paziente alcune domande, come ad esempio se nella sua famiglia vi sono altri casi di persone che soffrono o hanno sofferto dello stesso disturbo. La malattia parodontale può, infatti, identificarsi in alcuni gruppi familiari.


A tal proposito, è fondamentale prestare attenzione alla fase in cui i bambini passano dal biberon al cibo vero e proprio. Chi somministra il cibo al bambino, infatti, non deve mai portarlo prima alla propria bocca. In questo modo, infatti, si potrebbero trasmettere i germi già presenti nel cavo orale dell'adulto.


Durante l'anamnesi si valutano gli altri fattori di rischio legati alla parodontopatia, come ad esempio il fumo, la presenza di placca molle e di tartaro sopra o sottogengivale. Il dentista dovrà valutare, per giunta, la presenza di affollamenti dentali


A seguito dell'anamnesi e dell'ispezione si passa alla valutazione vera e propria delle tasche gengivali, la quale viene effettuata tramite una sonda parodontale che permette di misurare la circonferenza delle eventuali tasche presenti all'interno del cavo orale. Potrebbero, inoltre, essere effettuate delle radiografie endorali per valutare la profondità della tasca gengivale e l'eventuale riassorbimento dell'osso. Non è da escludere nemmeno una ortopantomografia, vale a dire una radiografia panoramica delle arcate dentarie. 


Potrebbero tornare utili anche gli esami del sangue. Infatti, potrebbero esserci delle correlazioni tra parodontopatia e, ad esempio, il diabete o altre malattie sistemiche.


Infine, si potrebbe ricorrere ad un antibiogramma per un'eventuale valutazione circa il farmaco più idoneo da utilizzare per il trattamento della parodontopatia. Essendo una patologia batterica, è possibile somministrare disinfettanti e antibiotici.


Durante l'anamnesi, è compito del dentista chiedere al paziente se e quali farmaci assume con regolarità. Ci sono alcuni farmaci, oppure ad esempio lo stato di gravidanza, che potrebbero rappresentare la principale causa del sanguinamento gengivale.


La parodontopatia interessa la gengiva aderente, il legamento parodontale, il cemento e il tessuto osseo. A seconda del grado di coinvolgimento di queste strutture, il piano di trattamento potrebbe variare. Ad esempio, per i pazienti ai quali è già stata riscontrata la presenza di tasche gengivali potrebbe essere consigliato fare una pulizia dei denti non una volta bensì due volte all'anno.


Nel caso in cui i precedenti tentativi non portino ad una riduzione delle tasche gengivali, si può valutare il ricorso al curettage radicolare, cioè ad una pulizia dei denti molto più profonda, allo scopo di rimuovere completamente i batteri che si trovano a ridosso dell'area gengivale. Il curettage radicolare può essere a cielo aperto o coperto. in caso d procedura a cielo coperto, si può evitare l'impiego dell'anestesia. in caso di curettage radicolare a cielo aperto è, invece, indispensabile l'utilizzo dell'anestesia, in quanto il dentista dovrà poi procedere all'apertura di un nervo.


Qualora nemmeno queste procedure dovessero rivelarsi efficaci, si può ricorrere alla terapia laser, la quale non richiede anestesia. La procedura consiste nel vaporizzare i batteri. In questo modo, la componente ammalata viene rimossa senza causare danni al tessuto sano e al dente.


Altre soluzioni più estreme ma comunque da non scartare a priori, soprattutto nei casi più gravi di parodontopatia, sono il trattamento chirurgico o la terapia rigenerativa.


In caso di trattamento inadeguato della malattia parodontale, potrebbero verificarsi conseguenze spiacevoli come la perdita di altezza dell'osso e del legamento alveolare e alla perdita del dente stesso.


Come prevenire la parodontopatia?


Si può prevenire la parodontopatia seguendo le linee guida del Ministero della Salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Bisogna tenere conto del fatto che quella parodontale è una malattia che si manifesta progressivamente, con una gengivite che successivamente evolve in parodopatia.


Innanzitutto, è necessario effettuare almeno una volta all'anno dei controlli dal dentista. In genere, lo specialista consiglierà al paziente di ricorrere ad una seduta di pulizia dei denti.


In generale, è importante che i pazienti vengano educati ad una corretta igiene orale, la quale prevede uno spazzolamento dopo i pasti (tendenzialmente almeno tre volte al giorno). È importante utilizzare uno spazzolino idoneo mentre non è così rilevante il tipo di dentifricio che si sceglie. Inoltre, sarebbe importante effettuare, dopo il primo lavaggio, un secondo lavaggio sempre con spazzolamento ma utilizzando acqua ossigenata a dieci volumi. Si tratta di norme igienico-sanitarie di base che valgono sostanzialmente per tutti.

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