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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Emorroidi in gravidanza: sintomi e come farle rientrare

Le emorroidi sono vene dilatate che si trovano all'interno o all'esterno dell'ano. Si tratta di una problematica piuttosto comune che potrebbe verificarsi anche durante una gravidanza. In alcuni casi, le emorroidi compaiono solo nella fase di gestazione e poi tendono ad andare via nel periodo post-partum. Non è da escludere, però, che questa condizione possa manifestarsi anche in altre fasi della vita.


Avere le emorroidi in gravidanza, di per sé, non rappresenta un grosso problema se consideriamo che circa il 30-40% delle donne in stato interessante ne soffre. Le emorroidi, solitamente, cominciano a comparire intorno al terzo mese di gravidanza e si protraggono fino a circa un mese dopo il parto. Nella maggior parte dei casi, tale condizione può essere tranquillamente curata a casa. Conviene, al contrario, rivolgersi quanto prima al proprio medico in caso di sangue nelle feci.


emorroidi in gravidanza


Quali sono i sintomi delle emorroidi in gravidanza?


È bene specificare che è possibile soffrire di emorroidi in gravidanza anche in assenza di segnali da parte dell'organismo. Qualora la paziente dovesse manifestare dei sintomi nel corso della gravidanza, i più comuni sono:


  • Dolore durante la defecazione;
  • Prurito all'interno o intorno all'ano;
  • Forti dolori causati dalla fuoriuscita dall'ano di un'emorroide interna (prolasso emorroidario);
  • Sangue nelle feci o sulla carta igienica utilizzata dopo l'evacuazione.


Le cause


Durante la gravidanza, si verifica sulla zona pelvica e sull’intestino un aumento di pressione che può rallentare il ritorno venoso e comprimere i vasi sanguigni presenti nella parte bassa dell’apparato digerente. Le vene dell’ano, in particolare, possono gonfiarsi proprio a causa di questo sovraccarico, dando origine alle emorroidi. Tale aumento di pressione può essere causato da:


  • Stitichezza;
  • Aumento del volume sanguigno;
  • Peso del feto.


C'è una correlazione tra insorgenza delle emorroidi durante la gravidanza e stitichezza. Ciò in quanto, durante questa lunga fase, avvengono dei cambiamenti ormonali nell'organismo tali da rallentare anche il processo digestivo. Di conseguenza, le feci finiscono per accumularsi nell'intestino e le evacuazioni potrebbero non essere più regolari come prima, con un inevitabile aumento della pressione sulle vene rettali. Per giunta, gli sforzi profusi durante l'evacuazione accentuano ulteriormente tale pressione, favorendo il rigonfiamento delle vene e la comparsa delle emorroidi.


Durante la gravidanza, il volume di sangue nel corpo aumenta al fine di poter garantire un adeguato supporto al feto. Ciò impone un maggiore sforzo alle vene, le quali devono lavorare più intensamente per far circolare il sangue. Quando il ritorno venoso è rallentato, specie nelle aree più soggette a pressione come il retto, potrebbero crearsi le condizioni per la comparsa delle emorroidi.


Bisogna, infine, tenere conto del peso del feto. Con l’avanzare della gravidanza, il feto cresce e inizia a esercitare una pressione sempre maggiore sulla zona pelvica e sull’intestino. Il peso extra dato dalla presenza del feto comprime le vene che si trovano nel tratto anale, ostacolando il normale flusso sanguigno. Di conseguenza, il sangue tende a ristagnare e ad accumularsi nelle vene, le finiscono per gonfiarsi e causare le emorroidi.


La diagnosi


Nella maggior parte dei casi, il medico potrebbe essere in grado di diagnosticare le emorroidi in gravidanza semplicemente prestando attenzione ai sintomi indicati dalla paziente. Per una diagnosi più accurata e precisa è necessario rivolgersi ad uno specialista, come ad esempio un proctologo, il quale potrebbe procedere a ispezionare l'ano, procedura utile per riscontrare l'eventuale presenza di emorroidi esterne.


Per diagnosticare le emorroidi interne, invece, potrebbe essere utile eseguire un'esplorazione rettale. Qualora vi sia l'esigenza di osservare in maniera ancora più approfondita l'interno del retto è possibile procedere con un'anoscopia o una sigmoidoscopia. Queste procedure potrebbero certamente causare qualche fastidio ma non sono dolorose né tantomeno dannose per il feto.


Come curare e far rientrare le emorroidi in gravidanza: i rimedi


Abbiamo detto che, nella maggior parte dei casi, le emorroidi tendono a scomparire dopo la nascita del bambino. Se hai l'esigenza di far rientrare le emorroidi allora è importante tenere a bada la stitichezza così da ridurre gli sforzi durante l'evacuazione. In tal senso, è consigliabile:


  • Assumere circa 25-30 grammi di fibre al giorno;
  • Bere circa 8-10 bicchieri di acqua al giorno.


Ci sono, inoltre, alcuni rimedi naturali che possono aiutarti ad alleviare sintomi come bruciore, prurito e dolore in modo naturale e sicuro. In tal senso, è possibile:


  • Applicare una piccola quantità di gel di aloe vera pura o olio di cocco;
  • Sfruttare le proprietà lenitive e antinfiammatorie dell'amamelide, applicandola localmente con una garza;
  • Utilizzare del bicarbonato di sodio in polvere o mescolato con un po' di acqua;
  • Immergere la zona anale in 5-8 cm di acqua tiepida per 10-15 minuti, così da stimolare il flusso sanguigno, rilassare i muscoli e ridurre la pressione sulle vene.


Per  ridurre la pressione sulla zona pelvica è possibile adottare alcune buone abitudini quotidiane, come ad esempio:


  • Evitare di trascorrere troppo tempo seduti o in piedi e, quando possibile, sdraiarsi su un fianco;
  • Utilizzare un cuscino a ciambella quando ci si siede, per ridurre il carico sull’area anale.
  • Non rimanere seduti eccessivamente sul water.


Se i rimedi casalinghi non dovessero rivelarsi sufficiente, non resta altro da fare che confrontarsi con il proprio medico, il quale potrebbe consigliare farmaci assolutamente innocui sia per la paziente che per il bambino, tra cui:


  • Lassativi blandi per facilitare l’evacuazione;
  • Integratori di fibre per regolarizzare l’intestino;
  • Pomate o creme specifiche per ridurre dolore e infiammazione.


Meglio evitare iniziative personali e assumere farmaci senza aver prima consultato il proprio medico.

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