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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Cosa sono le Vertigini? Sintomi, cause e rimedi

  1. Vertigini: cosa sono?
  2. Sintomi vertigini: quali sono i più comuni?
  3. Quali sono le cause delle vertigini?
  4. Cosa fare in caso di vertigini? I possibili rimedi
  5. Diagnosi vertigini: quali esami sono indicati?

Vertigini: cosa sono?


Per vertigini s’intende una sensazione di rotazione del proprio corpo nell’ambiente (vertigine soggettiva) o dell’ambiente intorno al proprio corpo (vertigine oggettiva). Si tratta, dunque, di un alterazione dell’equilibrio, un disturbo multifattoriale non necessariamente associato all’organo dell’orecchio ma che può avere origine anche dal cervello, dall’organo dell’equilibrio e, in alcuni casi, dalla colonna cervicale.


vertigini cosa sono


Sintomi vertigini: quali sono i più comuni?


Alcuni dei sintomi comunemente associati alle vertigini sono:


  • Instabilità;
  • Giramento di testa,
  • Mal di testa;
  • Percezione di rotazione o oscillazione dell'ambiente circostante.


Spesso accompagnate da nausea e vomito, le vertigini possono provocare anche:


  • Sudorazione;
  • Pallore;
  • Sensazione di svenimento imminente. 


In alcuni casi, i pazienti possono avvertire:


  • Senso di pesantezza o pressione alla testa;
  • Difficoltà a mantenere l'equilibrio;
  • Sensazione di essere sul punto di cadere;
  • Movimenti oculari anomali;
  • Mal di testa;
  • Sensazione di stordimento o confusione;
  • Attacco ipertensivo;
  • Stato di stress o di affaticamento.


Quali sono le cause delle vertigini?


Una delle prime cose che fa l’otorinolaringoiatra che prende in cura un paziente affetto da vertigini è la ricerca della causa del problema. In primo luogo, lo specialista tenterà di comprendere se questa condizione ha origine otologica (dall’orecchio) oppure no. 


Le vertigini otologiche possono essere associate a:


  • Calo dell’udito;
  • Labirintite;
  • Malattia di Ménière;
  • Neurinoma acustico.


In caso di vertigini otologiche associate ad un calo dell’udito, potrebbero verificarsi anche episodi di labirintite. Per labirintite s’intende un'infiammazione del labirinto, una struttura dell'orecchio interno fondamentale per l'equilibrio e l'udito. La labirintite è spesso causata da infezioni virali o batteriche che possono derivare da raffreddori, influenze o infezioni dell'orecchio medio. Questa condizione è una causa comune di vertigini che, seppur in un primo momento piuttosto intense, tendono a risolversi nel giro di 10/15 giorni.


La sindrome di Ménière si manifesta inizialmente con un abbassamento dell’udito fluttuante, unitamente ad un acufene di fondo e ad un improvviso ottundimento dell’orecchio. La vertigine, in questo caso, può avere una durata che può oscillare da un minimo di 30 minuti fino ad un massimo di 12 ore circa. Trascorso questo lasso di tempo, la vertigine tende a risolversi, il soggetto recupera di nuovo la funzione uditiva e l’acufene si riduce. La malattia di Ménière si presenta in sporadiche circostanze. Sebbene gli episodi di vertigini possano ridursi nel corso del tempo, non sempre si riesce a risolvere in maniera definitiva il problema. 


Il neurinoma del nervo acustico è un tumore benigno che si sviluppa sul nervo vestibolococleare (nervo acustico), il nervo responsabile della trasmissione delle informazioni uditive e di equilibrio dall'orecchio interno al cervello. Questo tipo di tumore può influenzare significativamente l'equilibrio e l'udito, causando una serie di sintomi, tra cui vertigini, acufene di fondo e progressivo calo dell’udito.


Un paziente potrebbe soffrire di vertigini anche in presenza di un udito del tutto normale. Si parla, a tal proposito, di vertigini otolitiche, poiché causate dal distacco degli otoliti dalla macula del sacculo. A seguito del distacco, gli otoliti cominciano a girovagare e a depositarsi in alcuni punti dei canali semicircolari, scatenando una vertigine rotatoria oggettiva molto intensa. 


Queste vertigini tendono a comparire solo se il soggetto compie specifici movimenti del capo. Nel gergo tecnico, si parla a tal proposito di vertigini posizionali parossistiche benigne o canalolitiasi. Tali vertigini possono risolversi spontaneamente. La guarigione, però, potrebbe essere accelerata e supportata da una serie di manovre che, sebbene tendano a scatenare un nuovo episodio di vertigine, potrebbero avere l’effetto di liberare il paziente da questa fastidiosa condizione.


Altre tipologie di vertigini che non dipendono dall’orecchio sono quelle causate da:


  • Disturbi circolatori, molto frequenti soprattutto tra gli anziani;
  • Traumi cranici (ad esempio, i cosiddetti colpi di frusta);
  • Deficit posturali;
  • Atassia cerebellare;
  • Patologie cerebrali.


Cosa fare in caso di vertigini? I possibili rimedi


Se hai la sensazione di un movimento dell’ambiente che ti circonda è altamente consigliato rivolgersi ad un otorino per una prima visita otorinolaringoiatrica. In caso di disequilibrio soggettivo, cioè di sensazione di rotazione del proprio corpo nell’ambiente, è necessario sottoporsi ad una valutazione di tipo neurologica.


Per far sì che, in attesa di sottoporsi al consulto specialistico, possa ridursi l’intensità e la portata degli episodi di vertigini periferiche (di competenza dell’otorinolaringoiatria) è consigliato:


  • Mantenere una posizione supina;
  • Evitare movimenti improvvisi della testa rispetto al corpo;
  • Fissare un punto dritto davanti a sé.


Diagnosi vertigini: quali esami sono indicati?


Sotto il profilo diagnostico, il paziente che presenta sintomi vertiginosi periferici (vertigini oggettive) deve sottoporsi a due importanti esami strumentali:


  • Esame audiometrico tonale;
  • Esame vestibolare.


L’esame audiometrico tonale consiste nella rilevazione della soglia uditiva. Si tratta di un test importante, in virtù del fatto che, spesso, il paziente affetto da vertigini può andare incontro a problemi uditivi.


Il test viene solitamente eseguito in una cabina insonorizzata per evitare interferenze da rumori esterni. Si utilizza un audiometro, dispositivo in grado di generare toni puri a varie frequenze e intensità. Il paziente indossa cuffie attraverso le quali vengono trasmessi toni a diverse frequenze (da basse a alte) e intensità (da deboli a forti). Al paziente viene chiesto di premere un pulsante o alzare la mano ogni volta che percepisce un suono.


I risultati sono tracciati su un audiogramma, un grafico che mostra la soglia uditiva del paziente per ogni frequenza testata. Grazie al test è possibile identificare eventuali perdite uditive e determinarne la tipologia e il grado.


L'esame vestibolare comprende una serie di test progettati per valutare la funzione dell'apparato vestibolare dell'orecchio interno, che è responsabile del mantenimento dell'equilibrio.


Il paziente viene fatto accomodare su un lettino da visita. Successivamente, gli verranno consegnati un paio di occhiali speciali, tramite i quali non sarà possibile fissare un punto specifico. L’obiettivo dell’esame è quello di osservare il nistagmo, cioè i movimenti di origine involontaria dei globi oculari. Sottoponendo il paziente a specifiche manovre e movimenti del capo, sarà possibile comprendere quali sono gli stimoli e le posizioni che causano il nistagmo.


Nel caso in cui non si riesca ad inquadrare l’origine di una vertigine, lo specialista potrebbe consigliare al paziente una risonanza magnetica ed eseguire una valutazione di tipo neurologico.

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